lunedì 20 luglio 2009

LE RAGIONI DEL "NO"


Gentile Sindaco, gentili Consiglieri,
la relazione programmatica proposta presenta interessanti spunti di riflessione. Vi si
possono ritrovare principi ampiamente condivisibili come i richiami al sociale,
all’eguaglianza, all’aiuto dei più deboli. Principi che non dobbiamo esitare a mettere
in comune perché propri di chi con forza, convinzione ed orgoglio si riconosce nei
valori della Sinistra. Uniti per Suvereto è una forza di Sinistra. E come tale si
schiererà sempre dalla parte di chi lotta per avere più tutele sociali. Di chi combatte
contro ogni tipo di discriminazione.
Proprio per testimoniare l’attenzione e la condivisione di questa componente
“valoriale” degli indirizzi proposti, voglio esprimere sincero apprezzamento per il
richiamo al metodo con il quale affrontare il problema dell’immigrazione. Umanità e
senso civico dovranno essere al centro delle politiche di confronto con gli immigrati,
nel rispetto di una tradizione di apertura e tolleranza che da secoli caratterizza le
nostre terre. Cultura e valori che non devono in nessun modo lasciare spazio a
sentimenti di chiusura, xenofobia o addirittura razzismo. Noi, come forza di sinistra,
pensiamo che l’immigrazione sia un fenomeno di evoluzione sociale. Per questo
riteniamo che le politiche di accoglienza non siano adeguate a governare il
fenomeno e debbano essere superate da politiche di integrazione che consentano di
riconoscere nell’immigrato un vero e proprio cittadino. Un cittadino che, come tutti
gli altri, avrà diritti e doveri che gli consentiranno non soltanto di vivere e
comprendere la nostra società, ma soprattutto di arricchirla attraverso il confronto
ed il dialogo tra culture, tradizioni e valori diversi. Su tali punti, non abbiate dubbi,
non esiteremo a dare il nostro apporto per l’instaurarsi di convergenze politiche ed
amministrative.
E’ quindi con reale e concreta sincerità, sulla base degli argomenti sopra descritti ed
al di fuori di ogni strumentalizzazione, che registro negli indirizzi, un vero tentativo
di dialogo. Un tentativo di apertura a posizioni che, nel corso della campagna
elettorale, sono state proprie del nostro programma. Posizioni che, a mio avviso,
sono emerse grazie al rapporto che Uniti per Suvereto ha saputo instaurare con gli
elettori, portando i problemi segnalati dai cittadini all’attenzione di chi dovrà farsi
carico di amministrare. Questo è il ruolo di un’opposizione seria e responsabile.
Questo è l’impegno che Uniti per Suvereto ha preso e intende portare avanti per i
prossimi cinque anni. Spero che le convergenze su alcuni punti programmatici
aprano le porte ad un rapporto dialettico che possa essere realmente costruttivo
per il futuro del paese.
La delibera che ci apprestiamo a votare, però, riveste una grande rilevanza politica
ed amministrativa. Rappresenta il cardine su cui faranno leva tutte le decisioni prese
nel corso del nostro mandato. Oggi stiamo per mettere una forte ipoteca sul nostro
lavoro e sul futuro dei nostri cittadini. Proprio per questo credo che non possano
bastare alcuni obiettivi in comune per condividere un progetto. Non sono sufficienti
semplici assonanze per dare valore comune alla nostra idea di amministrazione. La
vostra relazione programmatica è, purtroppo, carente sotto molti punti vista.
Trascura temi rilevanti, ed affronta, a mio modo di vedere, in modo sbagliato alcune
delle problematiche più rilevanti per la vista del paese.
Ne ho individuate almeno 4: urbanistica, territorio, scuola e società partecipate.

URBANISTICA
Le politiche urbanistiche che proponete sono incomplete perché non offrono
risposte esaustive ai seguenti tre interrogativi: perché costruire, quanto costruire e
come costruire. Sull’ultimo punto il confronto potrà essere rimandato
all’approvazione del Regolamento Urbanistico che avremo modo di discutere e
analizzare nel dettaglio. Sui primi due interrogativi, però, percepiamo già una
marcata differenza di visione rispetto alle vostre scelte.
Perché costruire. Dobbiamo uscire dalla logica del costruire ad ogni costo. Non si
può edificare soltanto per il fatto che uno strumento urbanistico lo preveda. Tali
strumenti (ne è un esempio il Piano Strutturale) sono infatti previsioni che basate su
stime e simulazioni di carattere economico, sociale e demografico che coprono un
arco di tempo spesso molto lungo, come tale soggette a rilevanti variazioni.
Pensiamo alla crisi esplosa un anno fa che ha fatto arretrare di 10 anni la ricchezza
del paese imponendo una revisione drastica di modi di vita, consumi, speranze.
Possono le previsioni urbanistiche basate su tali assunti essere ancora valide?
Noi siamo per un’urbanistica che risponda alle esigenze reali ed attuali della
comunità e dei cittadini. Quando le case sono sfitte, quando il mercato immobiliare
è fermo, che senso ha prevedere la costruzione di 100 nuovi appartamenti? A chi
servono? Quale esigenza abitativa andranno a coprire? Queste domande non
possono essere omesse semplicemente perché è presente un piano imprenditoriale
che risponde alla previsioni del Piano Strutturale. Non possiamo continuare a
costruire soltanto per rincorrere il mito della crescita economica, alimentando
ancora una volta un modello di sviluppo che si è dimostrato fallimentare e che ci ha
portato sull’orlo del baratro.
Occorre a nostro avviso una seria riflessione sulle esigenze di urbanizzazione a fini
residenziali, turistici e produttivi che, partendo dal Regolamento Urbanistico, porti
ad una nuova e giustificata pianificazione delle volumetrie per le quali rendere
esecutiva la concessione. Occorre una concreta verifica della corrispondenza tra
offerta edilizia e relativa domanda.
Quanto costruire. Numerose fonti segnalano ormai la Toscana come regione a
rischio di fronte all’incremento della percentuale di suolo cementificata. Crediamo
che Suvereto sia ancora un paese sano da questo punto di vista. Un paese che
manifesta una forte distintività rispetto ad aggressioni selvagge del paesaggio come
quelle che si sono verificate a Venturina o San Vincenzo. Distintività che dobbiamo
cercare di mantenere ad ogni costo, perché rappresenta la principale risorsa della
nostra comunità. Non può quindi bastare un generico richiamo allo “stop al
consumo di suolo e di campagna”. Vogliamo di più. Dobbiamo parlare di zero
consumo effettivo di nuove superfici ad oggi libere dal cemento. La priorità dovrà
essere data al recupero ed al riuso delle volumetrie ad oggi esistenti senza però
spostarle dalle attuali superfici ad altre ad oggi libere. Si tratterebbe di un trucco che
il nostro paese non può permettersi di sostenere. Per questo vigileremo con
attenzione sull’occupazione di ogni singolo nuovo metro quadro di terreno.
Riteniamo comunque che le politiche sopra elencate non siano in contrasto con lo
sviluppo economico del paese. Al di là dei benefici enormi derivanti dalla tutela del
paesaggio siamo convinti che il recupero, il restauro e la valorizzazione del
patrimonio edilizio esistente potranno garantire il mantenimento e l’incremento
delle attuali attività produttive e dei relativi livelli occupazionali.

TERRITORIO
Il territorio ed il paesaggio, lo abbiamo detto, rappresentano la più grande ricchezza
di Suvereto. Una risorsa da difendere e da tutelare ad ogni costo. Gli indirizzi da voi
presentati offrono alcuni spunti interessanti, ma la relazione appare lacunosa su un
aspetto essenziale: l’utilizzo delle risorse. Farò due esempi: le cave e l’acqua.
Cave. Non è presente nessun riferimento al problema delle escavazioni a fini
estrattivi che, come dimostra il caso delle cave di Montepeloso, rappresentano una
gravissima insidia per la sopravvivenza dell’attuale contesto naturale e
paesaggistico. Si tratta di aggressioni incontrollate che avvengono nella più
completa indifferenza. Noi crediamo che, al di là delle competenze specifiche in
materia, l’amministrazione debba vigilare attentamente su tali attività, ponendo
stretti vincoli al rilascio di nuove concessioni e richiedendo il rispetto dei limiti e
delle regole per quelle vigenti. Le imprese devono farsi carico degli obblighi di
ripascimento e rimboschimento contestuali, pena l’applicazione di sanzioni fino alla
revoca della concessione.
Acqua. L’acqua è un bene di tutti, ma è una risorsa scarsa. Le linee di indirizzo sul
tema non possono limitarsi a segnalare i disservizi del gestore. Il Comune ha
competenze specifiche in materia idrica. Deve tutelare le risorse esistenti e garantire
la realizzazione di opere infrastrutturali che ne consentano la salvaguardia e la
valorizzazione.
La nostra fonte principale è il fiume Cornia, per questo crediamo che le sue acque
debbano essere utilizzate in modo più adeguato partendo dai progetti del parco
fluviale e dal recupero dei gorili per l’alimentazione del’incavo della Gera. Per
realizzarli servono impegni precisi che devono essere già presenti nelle linee di
indirizzo dell’amministrazione.

SCUOLA
L’educazione dei nostri figli è la più grande assicurazione per un futuro migliore per
noi e per le nuove generazioni. L’impegno che l’amministrazione prende nei
confronti della scuola deve essere più forte. Non può limitarsi alla cura, seppure
importante, del “contenitore”. Oltre alle opere infrastrutturali è necessario che
l’amministrazione faccia sentire la propria presenza anche in merito ai “contenuti”. Il
Sindaco, gli Assessori, i Consiglieri e gli uffici tecnici non possono certamente entrare
nelle scelte didattiche, ma devono far di tutto per garantire che la qualità
dell’insegnamento non risenta delle distanza tra il comune e gli istituti scolastici.
Serve un rapporto sereno e costante, che non si accenda ad intermittenza, e che
favorisca il dialogo tra insegnanti, famiglie, associazioni. Siamo convinti che questo
sforzo sia indispensabile e siamo orgogliosi di avere contribuito ad alimentare,
all’interno della nostra comunità, un dibattito aperto e costruttivo su queste
tematiche.

GESTIONE DELLE PARTECIPATE
Su questo punto registriamo una totale amnesia. Le linee di indirizzo non ne
parlano. Il Comune è azionista di società partecipate di grande importanza. Fra le
altre l’ASA, l’ATM, la Società Parchi. A nostro modo di vedere le modalità con le quali
l’amministrazione ha gestito nel corso dell’ultimo mandato tali partecipazioni è del
tutto insufficiente. Uniti per Suvereto chiede un cambio di rotta deciso che porti ad
una più stretta vigilanza dell’operato aziendale e ad una revisione critica dei sistemi
di governance che conferiscano maggiore potere decisionale diretto agli enti locali
ed ai Consigli Comunali. Dobbiamo essere pronti a criticare apertamente, laddove
sia necessario, le modalità di gestione di queste società, senza aver timore di
rompere equilibri politici che poco hanno a che vedere con il servizio finale offerto ai
cittadini.

Per questi 4 punti e per altri altrettanto rilevanti che non posso citare per motivi di
tempo, credo che, nonostante gli apprezzabili segnali di dialogo presenti negli
indirizzi illustrati, le posizioni tra la nostra e la vostra idea sul come amministrare
Suvereto siano ancora molto distanti.
Non per questo il nostro dissenso attuale si trasformerà in un no ripetuto ad
oltranza. Uniti per Suvereto, forte dell’ampia legittimazione ottenuta dall’elettorato,
si impegnerà in un’opposizione seria e responsabile. Un’opposizione pronta a
condividere e votare le proposte che tutelino gli interessi della collettività.
Un’opposizione al tempo stesso intransigente e rigida nei confronti di tutte quelle
decisioni che andranno contro i diritti e gli interessi dei cittadini.
Per i motivi fin qui descritti la mia intenzione è di votare no alla presente delibera.
Grazie
Il Consigliere
Gregorio Moretti

domenica 12 luglio 2009

DELIRIO POLITICO


Uniti per Suvereto risponde al Sindaco.

E' molto grave registrare come l'intervento del capogruppo di UnitiperSuvereto al primo consiglio comunale, in merito alle modifiche da apportare per rendere più trasparenti le linee guida per la nomina dei rappresentati del comune presso enti ed aziende, sia stato minimizzato dalla maggioranza e definito "delirio politico" dal sindaco stesso.

E' imbarazzante riscontrare memoria corta e profonda incongruenza con il loro stesso partito, infatti le modifiche suggerite nel nostro intervento altro non erano che un riferimento ad una direttiva che nel dicembre del 2007, in pieno governo Prodi, l'allora Ministro per le Riforme della Pubblica amministrazione Luigi Nicolais, aveva inviato a tutti i Comuni, Province, Regioni, enti pubblici etc... Direttiva scritta come tentativo per arginare l'abitudine della politica italiana a "lottizzare" i posti da dirigente pubblico e le loro designazioni, senza considerare minimamente le competenze degli stessi.

Il ministro stesso, richiamando in materia alcuni dispositivi di Corte dei Conti e Corte Costituzionale, indicava aspetti che dovrebbero essere considerati nell'ottica di una corretta procedura per il conferimento degli incarichi, che sono gli stessi da noi suggeriti.
Vorremmo richiamare l'attenzione non solo dei cittadini, ma soprattutto dei Consiglieri comunali della maggioranza e del Sindaco che nel testo della direttiva pubblicato sulla G.U. n°47 del 25 febbraio 2008 si enuncia testualmente il principio della distinzione tra funzione di
indirizzo politico-amministrativo degli organi di governo e funzione di gestione e attuazione amministrativa dei dirigenti, secondo cui la dipendenza funzionale del dirigente non può diventare dipendenza politica.

Prendendo atto che il "delirio politico" a cui si riferiva il sindaco, era quello dello stesso partito che rappresenta e del quale, a quanto pare, non sposa le indicazioni date, in conclusione invitiamo la maggioranza ad abbandonare definitivamente toni arroganti e inopportuni, per essere invece più elastica e democratica nell'ascoltare le indicazioni di una minoranza, la quale è dentro al consiglio non per distruggere, ma per costruire un Comune migliore per i cittadini.